Deficit vitamina D e dermatite atopica pediatrica: attenzione all’obesità



I risultati di uno studio di recente pubblicazione su Skinmed, che ha preso in considerazione una popolazione pediatrica sana e una affetta da uno spettro di malattie cutanee ed extracutanee, hanno dimostrato l’impossibilità di documentare differenze significative tra lo status vitaminico D e la presenza o la severità di dermatite atopica.

I ricercatori hanno, però, anche scoperto che il gruppo pediatrico affetto da dermatite atopica aveva minori probabilità di mostrare livelli sufficienti di questa vitamina rispetto agli altri gruppi in studio.

Approfondendo quest’ultima osservazione, è stato dimostrata, nella popolazione in toto, l’esistenza di un’associazione più forte tra lo status vitaminico D, l’etnia di appartenenza e l’obesità.

La condizione di deficit vitaminico D è comune in età pediatrica
Più della metà dei pazienti pediatrici, in linea generale, mostra bassi livelli sierici di 25(OH)D, rendendo conto del perchè il deficit vitaminico D rappresenti il deficit nutrizionale di più frequente riscontro in questa fascia di popolazione, ricordano gli autori nell’introduzione allo studio.
Stando alle raccomandazioni dell’Endocrine Society, si parla di deficit vitaminico D sotto un valore soglia di 20 ng/mL, di insufficienza per livelli compresi tra 20 e 29,9 ng/mL e di livelli sufficienti al di sopra di 30 ng/mL.

Tali soglie suggeriscono come molti soggetti pediatrici sani presentino condizioni di deficit di vitamina D, anche in assenza di riduzione della densità minerale ossea o di rischio elevato di rickettsie.

L’impatto della vitamina D sulla dermatite atopica è controverso

A fronte del crescente interesse sul ricorso alla supplementazione vitaminica D in pazienti pediatrici affetti da dermatite atopica, il ruolo della vitamina D sul corso di malattia è ancora oggetto di controversie. Esistono a tal riguardo, infatti, studi che hanno documentato come sia livelli elevati che livelli ridotti di questa vitamina si comportino da fattori di rischio di dermatite atopica.

Da ultimo, un altro studio non ha dimostrato l’esistenza di differenze di rilievo nello status vitaminico D tra pazienti con dermatite atopica e soggetti adulti sani, pur documentando un miglioramento sostanziale della dermatite con la supplementazione vitaminica.

L’obiettivo dello studio: fotografare la situazione in una popolazione pediatrica
I ricercatori hanno recensito retrospettivamente le schede cliniche relative a 665 pazienti pediatrici (dalla nascita al passaggio all’età adulta) visitati in un ospedale USA dal 2009 al 2013, dei quali era nota almeno una rilevazione dei livelli sierici di 25(OH)D.

Nel fare ciò, hanno classificato i soggetti reclutati come sani o affetti da malattia cronica. I soggetti pediatrici con malattia sono stati ulteriormente raggruppati, in base all’organo coinvolto dalla patologia, in quattro gruppi specifici (malattia dermatologica,malattia renale, malattia a carico del sistema GI e fibrosi cistica). I 91 pazienti affetti da dermatite atopica, pertanto, rappresentavano i pazienti pediatrici affetti da malattia dermatologica, rappresentando il 14% sul totale del campione.

I pazienti con dermatite atopica aventi uno status di sufficienza vitaminica erano in numero inferiore rispetto a quelli affetti da altre malattie
Lo studio ha documentato la presenza di livelli vitaminici D medi più bassi nei pazienti affetti da dermatite atopica (22,24 ng/mL) rispetto alla coorte di soggetti sani (24,54 ng/mL), dei pazienti affetti da malattia renale (26,44 ng/mL), di quelli affetti da malattia GI (26,29 ng/mL) e di quelli affetti da fibrosi cistica (31,06 ng/mL).

Solo il 15% dei pazienti pediatrici affetti da dermatite atopica mostrava livelli sufficienti di vitamina D, la percentuale più bassa rispetto a tutti gli altri gruppi.

Lo status vitaminico D, tuttavia, non è risultato associato in modo statisticamente significativo con la severità di malattia atopica. Infatti, nel gruppo di pazienti con dermatite atopica lieve, il 56% mostrava una situazione carenziale di vitamina D, quasi un terzo livelli insufficienti e solo il 13% livelli sufficienti di vitamina D.

In quelli con dermatite atopica moderata, invece, il 38% era in condizione di deficit vitaminico, il 43% di insufficienza e il 19% di sufficienza vitaminica.

Da ultimo, in quelli con dermatite atopica severa, il 46% era in condizione di deficit vitaminico, il 48% di insufficienza e l’11% di sufficienza vitaminica.

Impatto dello status vitaminico D in relazione al BMI e all’etnia
L’impatto dello status vitaminico D è risultato maggiore quando i ricercatori hanno focalizzato la loro attenzione sul BMI: il deficit vitaminico D, infatti, è risultato associato con la condizione di sovrappeso e di obesità, mentre quella di sufficienza vitaminica con la condizione di sottopeso.
Anche l’etnia di appartenenza è risulta importante: è stato osservato, infatti, che i soggetti pediatrici di etnia Afro-Americana avevano maggiori probabilità di essere in deficit vitaminico D rispetto a quelli di etnia Caucasica.

A tal riguardo, i ricercatori hanno spiegato che i soggetti pediatrici Afro-Americani mostrano una maggiore pigmentazione della pelle, che limita la penetrazione dei raggi ultravioletti B (limitando l’attivazione cutanea della vitamina D). Inoltre, la prevalenza di intolleranza al lattosio è maggiore, e ciò potrebbe avere conseguenze sull’assorbimento di vitamina D con l’alimentazione.

Non sono state documentate, invece, influenze significative di altre variabili, quali il sesso di appartenenza e le variazioni stagionali, sullo status vitaminico D.

Le implicazioni future di questo studio
A fronte di alcuni limiti metodologici intrinseci ammessi dagli stessi autori (studio monocentrico in assenza di cecità, che limita la generalizzabilità dei risultati), lo studio non ha documentato l’esistenza di una forte associazione tra i livelli di vitamina D e la dermatite atopica (presenza/assenza e severità di malattia), mentre ha dimostrato l’esistenza di una forte associazione tra i livelli di vitamina D, l’obesità e l’etnia di appartenenza.

“L’osservazione di una prevalenza elevata della condizione di deficit vitaminico D e di insufficienza vitaminica nei soggetti pediatrici di pelle scura, come in quelli caratterizzati da un BMI elevato – concludono i ricercatori – suggerisce la necessità di ridefinire i range vitaminici sierici di normalità in queste popolazioni, soprattutto quando si prendono in considerazione i rischi sulla salute dell’osso e su altre comorbilità”.

Bibliografia
Darji K, Tobin C, Bryan ZT, et al. “Vitamin D Deficiency and Atopic Dermatitis: Consider Disease, Race, and Body Mass,” Skinmed. 2017 Dec 1;15(6)