Diabete tipo 2, la vitamina D non migliora il controllo glicemico



In pazienti con diabete tipo 2 ben controllato, la supplementazione di vitamina D non aggiunge alcun beneficio aggiuntivo sul controllo glicemico.
Queste le conclusioni principali di uno studio presentato nel corso dell’edizione annuale del congresso ADA (American Diabetes Association) che, comunque, ha documentato un trend positivo, a seguito della supplementazione, nei pazienti sottoposti solo a modifiche dello stile di vita.

Razionale dello studio
La relazione tra vitamina D e diabete è stata postulata sulla base di studi epidemiologici di osservazione, concordi nell’indicare che, ad uno status vitaminico D, si associ una riduzione della prevalenza di diabete tipo 2 e di sindrome metabolica.

L’assenza, invece, di evidenze certe sull’utilità della supplementazione vitaminica D nel diabete tipo 2 ha sollecitato la messa a punto di questo nuovo trial, controllato vs. placebo e in doppio cieco, avente l’obiettivo di valutare la sicurezza della supplementazione giornaliera di vitamina D per via orale e i suoi effetti sulla glicemia in pazienti con diabete tipo 2 stabilizzato.

Disegno dello studio e risultati principali
Sono stati inclusi nella sperimentazione clinica 127 pazienti con malattia stabile e ben controllata, definita da un valore percentuale di emoglobina glicata (HbA1c) ≤7.5%.

Di questi, 28 erano sottoposti esclusivamente ad interventi sullo stile di vita mentre gli altri aggiungevano a queste misure il trattamento con metformina.
Dopo inclusione nello studio, i pazienti sono stati randomizzati, secondo uno schema 1:1, al trattamento con colecalciferolo 4.000 UI/die oppure a placebo.

Gli outcome valutati sono stati la variazione dal basale a 24 settimane dei valori di HbA1c, quelli della glicemia a digiuno (FPG) e del glucosio 2 ore dopo carico di 75 g di glucosio (2hPG).

I pazienti dei due gruppi avevano caratteristiche di partenza sovrapponibili, quali l’età media (60 anni), i valori di HbA1c (6,6% vs 6,5% per il gruppo placebo), il BMI (30,7 vs 31,2 kg/m2 per il gruppo placebo) e i livelli plasmatici di 25(OH)D (25,8 vs. 27,5 ng/mL per il gruppo placebo).
Dopo 24 settimane, i livelli medi di 25(OH)D sono aumentati di 20,5 ng/mL nel gruppo sottoposto a supplementazione vitaminica D e ridotti di 1,6 ng/mL nel gruppo placebo (p<0,001). Il gruppo sottoposto a supplementazione vitaminica non ha sperimentato un effetto glicemico significativo rispetto al gruppo placebo. Ciò premesso, la supplementazione vitaminica è risultata ben tollerata, né sono stati documentati eventi di ipercalcemia o di altri eventi avversi. Nel sottogruppo di pazienti sottoposti ad intervento sullo stile di vita (senza l'aggiunta di metformina), la supplementazione vitaminica, tuttavia. è risultata associata ad outcome migliori: il 28,6% dei pazienti sottoposti a supplementazione vitaminica D giornaliera, infatti, ha sperimentato una riduzione della glicemia rispetto al basale. Inoltre, i livelli medi di HbA1c si sono ridotti dello 0,1% nel gruppo sottoposto a supplementazione vitaminica D, a fronte di un incremento dello 0,3% nel gruppo placebo. Non solo: anche i livelli medi di FPG si sono ridotti nel gruppo sottoposto a supplementazione vitaminica (-3.9 mg/dL) a fronte di un incremento a livello del gruppo placebo (+5,2 mg/dL). Inoltre, la 2hPG si è ridotta di 23,5 mg/dL nel primo gruppo a fronte di un incremento di 0,3 mg/dL nel secondo. Riassumendo
In conclusione, il trattamento giornaliero, per 6 mesi, con colecalciferolo 4.000 UI non è stato in grado di influenzare il controllo glicemico in una coorte di pazienti con diabete tipo 2 ben controllato, anche se un trend favorevole è stato osservato, a seguito della supplementazione vitaminica, in pazienti non sottoposti a terapia farmacologica specifica per il diabete.

Bibliografia
[Presentation title: Effect of Vitamin D Supplementation on Glycemia in People with Stable Type 2 Diabetes. Abstract 796-P]