La vitamina D è amica del cuore, nuova metanalisi lo conferma



Livelli elevati di vitamina D nel sangue sono associati ad un numero significativamente ridotto di eventi cardiovascolari (CV). Lo dimostrano i risultati di una recente metanalisi pubblicata online ahead-of-print sulla rivista American Journal of Clinical Nutrition che, se confermati, ipotizzano un possibile ruolo profilattico della vitamina D nel prevenire l’insorgenza di  malattia CV conclamata.

Razionale dello studio
Nel corso degli ultimi 10 anni, un numero crescente di studi prospettici si è focalizzato sull’associazione esistente tra i livelli di vitamina D e le malattie CV.

La ragione di ciò è presto detta: le malattie CV rappresentano la principale causa di morte e disabilità nella popolazione generale, mentre i dati sulla prevalenza della condizione di insufficienza vitaminica D sono riportati in crescita nella popolazione generale.

I meccanismi attraverso i quali la vitamina D eserciterebbe la propria influenza sulla patogenesi delle malattie CV sono ancora speculativi: “Alcuni studi sperimentali – spiegano gli autori dello studio – hanno suggerito per la vitamina D un effetto regolatorio sui cardiomiociti e le vasocellule muscolari liscie. (…) Inoltre, livelli sierici ridotti di 25(OH)D attivano il sistema renina-angiotensina-aldosterone, aumentando, di conseguenza, la pressione arteriosa. La vitamina D è dotata di proprietà anti-infiammatorie, che giocano un ruolo importante nell’aterogenesi. Inoltre, è noto come la vitamina D  sia in grado di inibire alcune metalloproteinasi di matrice importanti nell’instabilità di placca e nell’innalzare il rischio di infarto del miocardio (MMP-2 e MMP-9)”.

“Ad oggi, tuttavia, – ricordano gli autori – pochi trial clinici sono stati disegnati appositamente allo scopo di esplorare l’associazione sopra-citata”.

L’esistenza di dati contraddittori sulla relazione tra i livelli sierici di 25(OH)D e il rischio di malattia CV conclamata ha sollecitato la messa a punto di questa metanalisi dose-risposta di studi prospettici , finalizzata a rivalutare ed aggiornare la relazione tra i livelli sierici di 25(OH)D e il rischio di eventi CV totali e la mortalità CV nella popolazione generale.

Disegno dello studio e risultati principali
I ricercatori hanno effettuato, innanzi tutto, una ricerca sistematica esperta della letteratura sull’argomento, effettuata sui principali database bibliografici biomedici (Pubmed ed Embase). La ricerca ha portato all’identificazione di 34 pubblicazioni pertinenti, per un totale do 180.667 individui, utilizzate per la metanalisi successiva.

Di queste pubblicazioni, 32 sono state utilizzate per valutare l’associazione tra i livelli sierici di 25(OH)D e il numero di eventi totali di malattia CV, mentre 17 pubblicazione sono state considerate per l’associazione con la mortalità CV.

Dai risultati è emersa l’esistenza di un’associazione inversa tra i livelli sierici di 25(OH)D da un lato e gli eventi totali CV e la mortalità CV dall’altro.

Il RR calcolato per ciascun incremento di 10 ng/mL di 25(OH)D è stato pari a 0,90 (IC95%= 0,86-0,94) per quanto riguarda gli eventi CV totali e pari a 0,88 per quanto riguarda la mortalità CV (IC95%=0,80-0,96). In pratica, per ciascun incremento di 10 ng/mL di 25(OH)D è stata calcolata una riduzione del 10% del rischio di eventi CV totali e del 12% della mortalità CV.

I ricercatori, inoltre, hanno documentato l’esistenza di un’associazione non lineare (curva J) con gli eventi CV totali (P-nonlineare, 0,001) e con la mortalità CV (P-nonlineare, 0,022).

Riassumendo
In conclusione, i risultati della metanalisi hanno dimostrato che livelli elevati di 25(OH)D mostrano un effetto protettivo sugli eventi CV totali e la mortalità CV. Inoltre, l’analisi dose-risposta ha mostrato l’esistenza di un’associazione (curva J) tra i livelli sierici di 25(OH)D e gli eventi CV totali.

Sono ora necessari trial clinici randomizzati ben disegnati che confermino il ruolo della vitamina D nel prevenire l’insorgenza di malattia CV conclamata e che siano in grado di definire lo status vitaminico D ottimale per ottenere la riduzione sperata del rischio CV complessivo.

 Bibliografia
Zhang R et al. Serum 25-hydroxyvitamin D and the risk of cardiovascular disease: dose-response meta-analysis of prospective studies. AJCN. First published ahead of print March 1, 2017 as doi: 10.3945/ajcn.116.140392