Supplementazione con dosi elevate di vitamina D riduce rischio cadute nell’anziano fragile



Un intervento basato sulla combinazione di svolgimento sporadico di esercizi fisici e sulla supplementazione di vitamina D a dosi elevate sembra essere efficace per la riduzione delle cadute in individui anziani fragili residenti in strutture assistenziali protette.

Questo è quanto sembra dimostrare uno studio di recente pubblicazione sulla rivista International Journal of Gerontology.

Come è noto, le cadute rappresentano un problema sanitario di grande rilevanza nell’anziano: in particolare è stato dimostrato che i residenti in strutture assistenziali protette (case di cura) vanno in incontro a cadute più frequentemente (da 2 a 3 volte) degli anziani che vivono in comunità.

Studi di letteratura individuano in una storia pregressa di cadute, nell’astenia muscolare e in disturbi dell’andatura i fattori di rischio principali di caduta. Inoltre, è stato documentato come il rischio di cadute frequenti sia associato a depressione nei veterani di guerra anziani.

La supplementazione di vitamina D rappresenta uno degli interventi di maggiore efficacia documentata nel prevenire le cadute negli anziani fragili.
A tal riguardo, gli autori del nuovo studio ricordano come un precedente lavoro abbia dimostrato che l’incremento di assunzione giornaliera di vitamina D in soggetti residenti in strutture assistenziali protette a 800 UI si associ ad una riduzione del 22% dell’incidenza di cadute.
Un secondo studio, invece, ha documentato come l’incremento dei livelli ematici di vitamina D abbia ridotto in modo significativo il tasso di cadute.

Dal momento che molti individui anziani residenti in queste strutture protette presentano riduzioni del funzionamento intestinale e limitazioni di esposizione alla luce solare, accade spesso che questi non siano in grado di mantenere il livello raccomandato di 25(OH)D nel sangue (30 ng/mL) con la sola alimentazione.

Di qui la necessità di ricorrere alla supplementazione vitaminica nell’anziano fragile allo scopo di prevenire le cadure.

Quanto all’esercizio fisico, gli autori dello studio ricordano come una recente metanalisi Cochrane ne abbia sminuito il beneficio nel prevenire le cadute in anziani residenti in strutture protette: nello specifico, molti residenti in queste strutture sono affetti da demenza, una condizione che rende particolarmente difficile avvalersi dei possibili benefici derivanti dall’esercizio fisico.

Una metanalisi successiva, comunque, ha dimostrato come la prevenzione delle cadute possa essere migliorata con l’adozione di regimi di attività fisica limitata per un periodo non superiore a 3 mesi ed effettuata non più di 2-3 volte alla settimana.

Ciò dimostra, quindi, l’assenza di un consenso sui benefici dell’attività fisica in questa categoria di soggetti.

L’ipotesi proposta di un effetto sinergistico derivante dalla combinazione dei 2 interventi sopra citati (supplementazione vitaminica ed esercizio fisico a bassa intensità) ha sollecitato i ricercatori ad implementare il nuovo studio, che si è proposto di verificarne l’autenticità in soggetti anziani fragili, residenti in strutture assistenziali protette.

A tal scopo, sono stati reclutati 91 anziani residenti in case di cura (69 di sesso femminile), aventi un’età media di 84,8 ± 8,8 anni. Questi sono stati randomizzati a 4 tipologie di intervento:
– un gruppo di controllo, sottoposto a 3 sessioni settimanali di esercizi individualizzati e cure standard
– un gruppo sottoposto a sessioni ridotte settimanali (2 anziché 3) di esercizi individualizzati
– un gruppo supplementato con vitamina D ad alte dosi (900 UI/die)
– un gruppo sottoposto ad intervento combinato di attività fisica ridotta e supplementazione vitaminica
 
I risultati hanno chiaramente mostrato che l’adozione dell’intervento combinato (attività fisica ridotta e supplementazione vitaminica D) era il più efficace nel prevenire le cadute rispetto agli altri interventi previsti nel protocollo dello studio.
 
In particolare, è emerso che, mentre le cadute si sono ridotte del 52,5% nel gruppo sottoposto a sessioni ridotte settimanali di esercizi individualizzati e del 42,5% nel gruppo sottoposto a sola supplementazione vitaminica, il gruppo sottoposto ad intervento combinato ha visto una riduzione significativa dell’incidenza di cadute (72,4%) rispetto al gruppo di controllo.
 
Ciò, in conclusione, suggerisce che le strategie per prevenire le cadute negli individui residenti nelle strutture assistenziali protette dovrebbero includere un programma regolato di esercizi fisici a frequenza ridotta e una supplementazione vitaminica adeguata di vitamina D.
 
“La riduzione delle cadute prolungherà l’aspettativa libera da disabilità di questi individui, con conseguenti vantaggi in termini di risparmi sulla spesa sanitaria (diretti e indiretti) e sulla loro qualità di vita – aggiungono gli autori”.
 
Bibliografia
Imaoka M et al. Low-frequency Exercise and Vitamin D Supplementation Reduce Falls Among Institutionalized Frail Elderly. International Journal of Gerontology 10 (2016) 202-206
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