Perchè serve la vitamina D per assorbire il calcio?



Il calcio è il quinto elemento per abbondanza nella crosta terrestre ed è un elemento indispensabile alla vita degli animali e dei vegetali .

Nel tessuto osseo si trova il 99% del calcio contenuto nell’organismo (da 1 a 1,2 Kg), ma l’1% restante svolge importanti funzioni: nelle cellule serve da innesco per la maggior parte delle attività cellulari, mentre il grado di concentrazione nel liquido extracellulare (liquidi e sangue che circondano e irrorano tutti i tessuti organici) è essenziale per la comunicazione intercellulare.

Nel sangue si trova in rapporto di 9-10 milligrammi per 100 millilitri, sia in forma libera (ionica e non ionica) che legato all’albumina. Nelle ossa il calcio è presente come minerale di apatite (idrossiapatite e carbonatoapatite) cioè un sale formato con lo ione Calcio (Ca++).

Il calcio è fondamentale per la contrazione muscolare, nella conduzione dell’impulso nervoso nel sistema nervoso centrale, attiva molti enzimi ed è importante nel trasporto di sostanze attraverso le membrane cellulari. La quantità di calcio presente nella dieta influisce direttamente sulla quantità di tessuto scheletrico: poiché il calcio è indispensabile alla sopravvivenza delle cellule, queste non possono far affidamento su un rifornimento dall’esterno e dunque la carenza di calcio con l’alimentazione corrisponde ad un intaccamento della riserva organica di calcio costituita dallo scheletro.

In presenza di un’adeguata concentrazione plasmatica di vitamina D, l’intestino assorbe circa il 30% del calcio introdotto con la dieta; durante la crescita, l’allattamento e la gravidanza l’efficienza del sistema aumenta e la quota assorbita può arrivare all’80%. In caso di insufficienza vitaminica D, l’intestino riesce ad assorbire solamente il 10-15% del calcio alimentare, inducendo il rachitismo nell’infanzia e l’osteomalacia nell’adulto.

La principale azione della vitamina D consiste nell’aumentare l’efficienza del trasporto attivo di calcio attraverso la mucosa intestinale agendo principalmente a livello del duodeno dove i recettori della vitamina D (Vitamin D Receptor – VDR) sono presenti in più alta concentrazione.

L’ormone, infatti, una volta legatosi ai recettori intestinali, stimola la produzione della proteina calcio-vettrice, la CaBP (Calcium Binding Protein). Questa proteina, localizzata nelle cellule caliciformi e nel glicocalice della superficie dei microvilli delle cellule intestinali, è dotata di elevatissima affinità per il calcio ed ha quindi la capacità di veicolare lo ione dal lume intestinale al torrente circolatorio. Oltre all’effetto sull’assorbimento del calcio, la 1,25(OH)2D incrementa il trasporto attivo dei fosfati a livello intestinale.

Al termine di questi processi il calcio viene espulso dal lato opposto della cellula ed entra nel sangue capillare. In sintesi la vitamina D è in grado di aumentare l’efficienza del trasporto di calcio attraverso la mucosa intestinale.

Quest’azione è responsabile dei processi di adattamento attraverso i quali, com’è stato descritto in precedenza, l’assorbimento di calcio viene regolato in funzione dell’apporto dietetico di calcio stesso.