Deficit di vitamina D e insufficienza cardiaca sono collegati tra loro?



Il deficit vitaminico D sarebbe un fattore di rischio indipendente di insufficienza cardiaca, almeno in parte, in ragione della sua capacità di indurre insulino-resistenza a livello del miocardio.
 
Queste le conclusioni di uno studio sperimentale pubblicato su Molecular Nutrition and Food Research, che suffragano il razionale patogenetico di questa associazione.
 
In particolare, i ricercatori hanno scoperto che l’insulina cardiaca porta ad un deterioramento funzionale della funzione miocardica in un modello animale caratterizzato dalla presenza di livelli ridotti di vitamina D.
 
L’utilizzazione di glucosio e di acidi grassi – i fattori chiave per la generazione di energia a livello del cuore – sarebbe influenzata negativamente dall’instaurarsi di una condizione di insulino-resistenza a livello delle cellule cardiache e l’insulina, come è noto, gioca un ruolo critico nella regolazione del metabolismo cellulare di molti tessuti dell’organismo umano.
 
Lo studio
I ricercatori hanno condotto le loro ricerche su ratti di laboratorio, effettuando manipolazioni della dieta degli animali coinvolti e dividendoli in 3 gruppi sulla base dello status vitaminico D (livelli di vitamina D nella norma, deficit vitaminico) oppure sulla base di un regime alimentare ad elevato tenore di grassi e contenuto elevato di fruttosio.
 
Dopo un follow-up della durata di 20 settimane, è stato osservato che i ratti con deficit vitaminico D erano andati incontro ad insufficienza cardiaca. Inoltre, da campioni prelevati da questi animali, è emersa una maggiore espressione di geni coinvolti nell’allargamento dei muscoli cardiaci.
 
Quando hanno misurato lo spessore delle pareti cardiache, i diametri interni delle camere del cuore e la sua capacità contrattile complessiva, è emerso che lo spessore della parete posteriore del ventricolo sinistro era aumento nei ratti con deficit vitaminico D. Questo è ciò che accade quando aumenta la gitta cardiaca, fino a diventare patologica se non sono prese adeguate misure, con conseguente instaurazione della condizione di insufficienza cardiaca.
 
In tale condizione, la funzione di pompa del cuore non è più in grado di soddisfare le necessità metaboliche dell’organismo.
 
Le implicazioni dello studio
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno sottolineato come lo studio “abbia documentato l’esistenza di un legame tra il deficit vitaminico D e la disfunzione cardiaca e come tale condizione porti a scompenso cardiaco”.
 
“La vitamina D e i suoi recettori – continuano – modulano la sensitività del miocardio all’insulina; livelli ridotti di vitamina D, invece, sono causa di alterata utilizzazione del glucosio, induzione di risposte di rimodellamento cardiaco e, da ultimo, scompenso”.
 
La disfunzione cardiaca causata solo da deficit vitaminico D è molto simile a quella scatenata da altri fattori di rischio – es: dieta ipercalorica – anche se, qualche volta, la sua entità risulta maggiore relativamente ad alcuni parametri considerati: ad esempio, è stato osservato che l’infiammazione cardiaca è più elevata in presenza di un regime alimentare carente di vitamina D che non a seguito dell’adozione di una dieta ipercalorica.
 
I ricercatori confidano nel ritenere che quanto da loro dimostrato possa, in un futuro non lontano, avere importanti ricadute, sia in termini di salute pubblica che dal punto di vista terapeutico: la dimostrazione di come il sistema vitamina D-recettore influenzi la sensitività delle cellule del miocardio all’insulina potrebbe essere di aiuto agli scienziati per mettere a punto nuovi farmaci per la gestione dell’insufficienza cardica, avendo come target terapeutico l’attivazione del recettore della vitamina D.
 
Bibliografia
Nizami HF et al. Vitamin D Deficiency in Rats Causes Cardiac Dysfunction by Inducing Myocardial Insulin Resistance. Molecular Nutrition & Food Research (2019); e-pub ahead-of-print
Leggi