Displasia broncopolmonare in neonati pre-termine, la vitamina D conta!



I livelli di vitamina D, come quelli di una citochina pro-infiammatoria (IL-10) nelle prime 24 ore di vita rappresentano dei fattori di rischio di insorgenza di displasia broncopolmonare in neonati pre-termine.
Queste le conclusioni di uno studio di recente pubblicazione su Frontiers in Pediatrics.
 
Che cos’è la displasia broncopolmonare?
La displasia broncopolmonare (BPD) reppresenta una delle forme di malattia polmonare cronica tra quelle di principale riscontro nei neonati pre-termine ed è dovuta a malattia da distress respiratorio.
 
Sia il ricorso alla ventilazione meccanica che all’ossigenoterapia a lungo termine contribuiscono all’insorgenza di BPD. Tuttavia, nonostante l’adozione di strategie molteplici finalizzate ad assicurare i due interventi sopra citati, la sua incidenza non si è ridotta nel tempo e, nonostante gli avanzamenti della ricerca pre-clinica condotta su modelli animali di BPD, si impone la necessità di condurre ricerche cliniche sulla patogenesi e il trattamento di questa condizione.
 
Perchè sono stati sondati i livelli di vitamina D e quelli delle citochine infiammatorie?
La carenza di vitamina D è una condizione di frequente riscontro nei neonati pre-termine, anche se, ad oggi, le evidenze di deficit vitaminico nelle malattie polmonari fetali e neonatali sono ancora insufficienti.
 
E’ stato peraltro già dimostrato in letteratura come l’esposizione fetale a citochine infiammatorie rappresenti un fattore di rischio indipendente per la patogenesi di BPD.
 
Qual è stato l’obiettivo e il disegno dello studio?
Sulla scorta dei dati prodotti dalla stessa equipe di ricerca, che avevano dimostrato una forte riduzione dei livelli di vitamina D in neonati pre-termine con BPD (aventi un’età gestazionale inferiore alle 34 settimane), e alla luce delle ipotesi di ricerca sul ruolo predittivo delle citochine pro-infiammatorie nella BPD, è stato concepito il nuovo studio, che si è proposto di valutare il ruolo dei livelli di vitamina D non più a livello fetale ma in neonati pre-termine, come pure quello delle citochine pro-infiammatorie (IL-1 beta, IL-6 e IL-10) come fattori di rischio di insorgenza di BPD in questo sottogruppo di neonati.
 
A tal scopo, sono stati reclutati, nel corso di un biennio (2016-2017) neonati pretermine nati tra la 28esima e la 31esima settimana di gestazione. A questi sono stati prelevati campioni ematici in corrispondenza di alcuni time-point definiti e su questi campioni sono state effettuare le misurazioni dei livelli di vitamina D e di alcune citochine pro-infiammatorie (TNF-alfa, IL-1beta, IL-6 e IL-10).
 
Quali sono stati i risultati principali?
Le caratteristiche iniziali dei neonati pre-termine senza BPD (gruppo controllo; n=20) o con BPD (n=19) erano praticamente simili.
Dai campioni ematici raccolti nel corso delle prime 24 ore dalla nascita è emerso che i livelli di vitamina D erano significativamente ridotti nei neonati con BPD (controlli: 28,96 ± 3,404 vs. 17,99±2,233 nmol/l, p=0,0134).
 
Quanto alle citochine infiammatorie, mentre i livelli di TNF-alfa, IL1-beta e IL-6 sono risultati sovrapponibili nei 2 gruppi, quelli di IL-10, invece, si sono ridotti in modo significativo, a 24 ore dalla nascita, nei neonati pre-termine con BPD (controlli: 44,61 ± 10,48 vs. 11,64 ± 2,351 pg/ml; p=0,0054).
 
Nei neonati pre-termine con BPD di grado lieve-moderato, il deficit di vitamina D era piuttosto simile tra i 2 gruppi. Invece il deficit di IL-10 è risultato più marcato nei neonati con BPD di grado moderato.
 
Da ultimo, non sono state documentate variazioni dei livelli di vitamina D o di citochine (TNF-alfa, IL1-beta, IL-6 e IL-10) nei campioni ematici prelevati a 2 o a 4 settimane dalla nascita.
Quali indicazioni ricavare dallo studio per la pratica clinica?
I risultati di questo studio pilota suffragano l’ipotesi che il deficit di vitamina D e di IL-10 possa contribuire all’insorgenza di BPD in neonati pre-termine.
 
E’ possibile, affermano i ricercatori, che la vitamina D possa indirettamente regolare la patogenesi della BPD attraverso la modulazione dei livelli di espressione delle citochine pro-infiammatorie.
 
E’ ancora troppo presto, però, anche perchè i dati sono molto preliminari, suggerire la supplementazione vitaminica D in questi neonati, anche perchè il deficit vitaminico D osservato nello studio non è risultato associato alla severità di BPD.
 
Di qui la necessità di replicare i risultati ottenuti su un più ampio numero di casi al fine di valutare il potenziale della vitamina D e di IL-10 nella predizione e diagnosi di BPD.
 
Bibliografia
Mao X et al. Vitamin D and IL-10 Deficiency in Preterm Neonates With Bronchopulmonary Dysplasia. Front. Pediatr. 6:246. doi: 10.3389/fped.2018.00246
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