Donne in gravidanza con carenza di vitamina D e neonati con problemi di sviluppo del linguaggio



Supplementare con vitamina D le donne in gravidanza è il consiglio che gli autori di un recentissimo studio, pubblicato su PLoS One, forniscono in risposta all’associazione trovata tra carenza di vitamina D durante la gravidanza avanzata e le difficoltà di sviluppo del linguaggio nel bambino.

È stato dimostrato che la vitamina D è implicata nella crescita e nello sviluppo di un bambino svolgendo un ruolo importante. La vitamina D materna attraversa rapidamente la placenta, ed i livelli materni sono strettamente correlati con la concentrazione di vitamina D nel neonato alla nascita; quindi la carenza di vitamina D della donna durante la gravidanza si rispecchia nel bambino con conseguenze importanti per la salute sia della madre sia del neonato, come l’aumento del rischio di preeclampsia, diabete gestazionale, parto cesareo, basso peso alla nascita e altro.

Recentemente, la carenza materna di vitamina D è stata associata a disturbi neuronali evidenziando l’importante ruolo della vitamina D nello sviluppo del cervello e della funzione neuronale.
La dottoressa Sarah Hanieh, insieme ai suoi colleghi, ha condotto uno studio osservazionale di coorte su 960 donne vietnamite in gravidanza per valutare lo stato della vitamina D materno e determinare come questo possa influire su vari parametri neonatali.

La concentrazione di vitamina D, attraverso la misurazione del 25 idrossivitamina D [25(OH)D], è stata valutata alla 32° settimane di gestazione. Gli outcome primari erano relativi allo stato cognitivo infantile, alle capacità motorie, alle abilità sociali ed emotive e alle competenze linguistiche in base alla Bayley Scales of Infant Development [3rd Edition (BSID III)], oltre allo z-score sulla lunghezza del bambino a 6 mesi di età. Gli outcome secondari erano il rischio di parto pretermine e altri parametri antropometrici.

Nonostante queste donne vivessero ad una latitudine favorevole all’esposizione solare, il 60% non presentava livelli sufficienti (< 75 nmol/L) di vitamina D alla 32° settimana. È stato possibile osservare anche un trend, non significativo, verso una riduzione del rischio di parto pretermine nelle donne con più alti livelli di vitamina D ed una correlazione inversa tra lo stato della vitamina D materno e il rapporto lunghezza-età nel neonato. I bambini nati da donne con carenza di vitamina D (25(OH)D < 37,5 nmol/L) avevano più bassi punteggi di sviluppo del linguaggio rispetto ai bimbi nati da donne con livelli sufficienti di vitamina D (≥ 75 nmol / L) (differenza media (MD) -3,48, 95% Intervallo di confidenza (CI) -5,67 a -1,28). Non sono state evidenziate altre correlazioni tra lo stato vitaminico D materno e gli altri parametri misurati mediante BSID III. “Il nostro studio indica che bassi livelli di vitamina D durante la gravidanza sono associati ad un ridotto sviluppo del linguaggio a 6 mesi di età” concludono gli autori, aggiungendo che i loro risultati rafforzano l'evidenza nel supplementare la vitamina D durante la gravidanza. Essendo stata osservata questa correlazione solo per valori di 25(OH)D < 37,5 nmol/L, gli autori ipotizzano che ci sia un effetto soglia e che il disturbo del linguaggio sia una caratteristica della carenza di vitamina D. I risultati di questo studio si aggiungono alla crescente quantità di prove che lo stato della vitamina D durante la gravidanza influenza lo sviluppo cognitivo dei bambini. Allo stesso tempo, occorrono ulteriori ricerche per comprendere appieno il ruolo di adeguati livelli di vitamina D durante la gravidanza per una migliore crescita e sviluppo del bambino. Sono necessari studi futuri in cui la vitamina D venga somministrata alle donne carenti durante le diverse fasi della gravidanza. Ciò aiuterà a determinare come la correzione della carenza di vitamina D possa influire sullo sviluppo fisico e mentale dei loro bambini. Rif. S. Hanieh et al. Maternal vitamin d status and infant outcomes in rural Vietnam: a prospective cohort study. PLoS One 2014 leggi