Emicrania e deficit vitamina D, esiste una correlazione?



Una maggior frequenza di giornate mensili scandite da attacchi di mal di testa sembra essere correlata ad un deficit vitaminico D nei soggetti con emicrania.

 

Lo dimostrano i risultati di uno studio recentemente pubblicato su Journal of Clinical Neurology da una equipe di ricercatori sud-coreani che, se confermati, ipotizzerebbero un possibile ricorso alla supplementazione vitaminica in funzione preventiva, da valutare in opportuni studi di intervento appositamente disegnati allo scopo.

 

Le conoscenze attuali sul legame tra emicrania e vitamina D

Come è noto, il deficit vitaminico D è associato con disturbi da dolore cronico, depressione e alcuni disturbi neurologici.

 

“Il cervello – ricordano i ricercatori nell’introduzione al lavoro – si caratterizza per l’abbondanza di recettori per la vitamina D e vi sono evidenze di un ruolo non scheletrico della vitamina D nei meccanismi che presiedono l’infiammazione, l’immunità e il metabolismo dei neurotrasmettitori”.

 

Inoltre, la vitamina D è stata associata a cefalea severa ed è considerata come un possibile agente profilattico o adiuvante nella gestione dell’emicrania”.

 

I livelli di vitamina D nel sangue sono legati all’esposizione solare (dipendente dalla latitudine, dallo svolgimento di attività all’aperto), all’assunzione alimentare e a componenti genetiche.

 

I pazienti emicranici, notoriamente, tendono ad evitare la luce solare a seguito della fotofobia durante gli attacchi cefalalgici ed è noto che la ridotta attività fisica e una vita molto sedentaria, condotta in ambienti chiusi, ne aumenti di molto il rischio di insorgenza.

 

Lo studio

 

Il rischio di deficit vitaminico D e di emicrania variano con la latitudine, a suggerire la necessità di approfondire gli studi sulla possibile associazione tra il deficit di vitamina D e la frequenza di attacchi emicranici.

 

Di qui il nuovo studio che ha valutato, in modo retrospettivo, pazienti visitati per la prima volta a causa di emicrania nel corso del biennio 2016-2017. Per ciascuno di questi, i ricercatori hanno ottenuto informazioni sulla demografia, la stagione di manifestazione degli attacchi di emicrania, la loro frequenza, severità e il loro impatto sulla qualità della vita, nonché informazioni relative alla presenza di comorbilità psicologiche e legate al sonno, insieme ai dati relativi ai livelli circolanti di vitamina D.

 

La condizione di deficit vitaminico D era individuata dalla presenza di concentrazioni circolanti <20 ng/ml.

 

Il processo di reclutamento pazienti ha portato all’inclusione nello studio di 157 pazienti emicranici, aventi un’età media di 37 anni (±8,6) e con livelli sierici medi di vitamina D pari a 15,9±7,4 ng/ml.

 

Nello specifico, la condizione di deficit vitaminico D è stata accertata nel 77,1% dei pazienti dello studio, manifestandosi più frequentemente in primavera e durante l’inverno rispetto all’estate e all’autunno (89,1%, 85,7%, 72,4%, e 61,7%, rispettivamente; p=0,008).

 

All’analisi multivariata è emerso che gli attacchi mensili di emicrania erano 1,203 volte più frequenti nei pazienti con deficit di vitamina D che non in quelli con livelli considerati nella norma (dopo aggiustamento dei dati in base ai fattori demografici, alla stagione, al sottotipo di emicrania, alla depressione, all’ansia e alla qualità del sonno).

 

Non solo: tali associazioni si sono mantenute anche raggruppando la popolazione di pazienti emicranici in sottogruppi (emicrania episodica= OR:1,266; emicrania cronica= OR=1,390).

 

Riassumendo

Lo studio ha dimostrato come il deficit vitaminico D sia associato in modo indipendente ad un incremento della frequenza di attacchi mensili di emicrania, anche dopo aggiustamento dei dati in base alla stagione, alle comorbilità psicologiche e al sonno.

 

Nel commentare i risultati del lavoro, gli autori dello studio hanno evidenziato, tra i punti di forza: 1) la sua conduzione in un’area geografica dell’Asia posta ad una latitudine relativamente elevata e, culturamente, poco incline all’esposizione solare – a sottolineare l’importanza dell’associazione tra vitamina D ed emicrania in un’area a rischio elevato di ipovitaminosi D -; 2) l’inclusione delle comorbilità psicologiche tra le caratteristiche dell’emicrania; 3) l’aggiustamento dei dati sui livelli di vitamina D, tenendo conto delle fluttuazioni stagionali alle quali sono sottoposti.

 

Sono ora auspicabili nuovi studi che confermino la relazione causa-effetto tra deficit vitaminico D ed emicrania, al fine di ipotizzare possibili strategie di intervento basate sulla supplementazione.

 

Bibliografia

Song T-J et al. Effect of Vitamin D Deficiency on the Frequency of Headaches in Migraine. J Clin Neurol 2018;14(3):366-373

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