HIV e deficit vitamina D: meglio supplementazione settimanale o mensile?



In pazienti con HIV e deficit vitaminico D, è possibile raggiungere l’obiettivo della normalizzazione dei livelli di 25(OH)D in un maggior numero di casi se si ricorre alla supplementazione vitaminica a cadenza settimanale, anziché mensile (tranne alcuni casi descritti, per i quali si raccomanda una dose di carico iniziale).
 
Queste le conclusioni di uno studio di recente pubblicazione su Interdisciplinary Perspectives on Infectious Diseases.
 
HIV e livelli vitamina D: quale relazione?
Il deficit vitaminico D, definito da livelli sierici di 25(OH)D <20 ng/ml, rappresenta una condizione la cui prevalenza è elevata sia nella popolazione generale che, in modo particolare nei pazienti affetti da AIDS. Per quanto esista una concordanza di vedute generale sui possibili benefici della supplementazione vitaminica D in questi pazienti, in ragione della loro maggior suscettibilità al rischio di osteopenia ed osteoporosi (OP), ad oggi non vi è unanimità di consenso sulla posologia di somministrazione ottimale.
 
Obiettivo e disegno dello studio
Lo scopo dello studio è stato quello di dare una risposta a queste domande insolute, mettendo a confronto l’efficacia di un regime di supplementazione vitaminica settimanale vs. un regime di supplementazione vitaminica mensile a base di colecalciferolo 20.000 UI in un gruppo di pazienti sieropositivi per il virus HIV e affetti anche da deficit vitaminico, residenti in Europa Occidentale.
 
Lo studio, di disegno retrospettivo, longitudinale e di coorte, condotto in due centri per la cura dell’AIDS a Monaco di Baviera, ha preso in considerazione pazienti con HIV visitati nel biennio 2015-2016, con livelli basali di 25(OH)D <20 ng/ml. Di questi pazienti erano disponibili anche i dati di follow-up ad un anno relativamente ai livelli di 25(OH)D.
 
La variabile di esito clinico primario era data dai livelli di 25(OH)D dopo 12 mesi di supplementazione vitaminica.
 
I regimi di somministrazione vitaminica D testati erano dati dalla supplementazione di colecalciferolo 20.000 UI/settimana o 20.000 UI/mese, in base ai diversi standard clinici in essere nei due centri.
 
Le strategie di supplementazione sopra indicate rappresentano, rispettivamente, il limite minimo e quello massimo della dose giornaliera raccomandata (700 UI e 2.800 UI).
 
Risultati principali
Su 307 pazienti con HIV e deficit vitaminico D, 124 erano stati sottoposti a supplementazioni vitaminica D (84 a cadenza mensile, pari al 67,7%).
 
Dopo 12 mesi di supplementazione vitaminica D di 20.000 UI, il 46,4% di quelli sottoposti a supplementazione vitaminica settimanale e il 22,5% di quelli sottoposti a supplementazione vitaminica mensile sono stati in grado di raggiungere livelli di 25(OH)D >30 ng/ml.(p=0,011).
 
Sia la posologia utilizzata che la presenza di livelli basali di 25(OH)D >15 ng/ml sono risultati associati con la normalizzazione dei livelli di 25(OH)D.
 
Implicazioni dello studio
I risultati dello studio mostrano che la supplementazione mensile di 20.000 UI di colecalciferolo (corrispondente, approssimativamente, a 700 UI/die) potrebbe non essere adeguata per normalizzare i livelli sierici di 25(OH)D nella maggior parte dei pazienti con HIV e insufficienza vitaminica D, soprattutto quando i livelli basali sono <15 ng/ml.
 
Dal momento che studi precedenti hanno dimostrato che l’utilizzo di una dose cumulativa di più di 80.000 UI/mese di vitamina D (approssimativamente 2.900 UI/die) ha portato alla normalizzazione dei livelli vitaminici solo un paziente su 2, i ricercatori incoraggiano a valutare altre strategie di supplementazione, suffragando soprattutto gli schemi a 2 fasi, corrispondenti a 2 regimi posologici diversi – fase di carico a dosaggio elevato seguita da fase di mantenimento a dosaggi inferiori, come raccomandato nella popolazione generale.
 
Lo studio ha anche dimostrato l’irrilevanza di fattori HIV-specifici nell’influenzare la risposta alla supplementazione con colecalciferolo. Pertanto, concludono, le strategie di supplementazione implementate con i dati provenienti da popolazioni non affette da HIV sembrano applicabili anche ai pazienti affetti da questa condizione.
 
Bibliografia
Noe S et al. Monthly or Weekly Supplementation with Cholecalciferol 20,000 IU in People Living with HIV: Results from a Nested Cohort Study. Interdisciplinary Perspectives on Infectious Diseases 2018; e-pub ahead-of-print
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