Ipovitaminosi D e risposta virologica al virus HBV: quale legame?



I pazienti con livelli più ridotti di vitamina D mostrano una risposta virologica ridotta al trattamento per l’epatite B cronica. Questo il risultato principale di uno studio pubblicato su Hepatology Research nel corso del quale i pazienti sono stati in grado anche di mettete in connessione la latitudine geografica, le varianti genetiche e il sesso di appartenenza allo status vitaminico di questi pazienti.
 
Nel corso di questo studio, condotto tra il 2009 e il 2012, i ricercatori hanno misurato i livelli sierici di 25(OH)D relativi a 560 pazienti con HBV, 308 dei quali mostravano condizioni di insufficienza vitaminica D (25(OH)D < 30 ng/mL).   Questi erano stato trattati per 104 settimane con telbivudina, da sola o in associazione con adefovir.   Dai risultati è emerso che i pazienti con insufficienza vitaminica D mostravano tassi significativamente più bassi di risposta virologica (67,2% vs. 81,7%; p<0,001).   Da un approfondimento dei dati disponibili è emerso che i livelli medi di 25(OH)D erano significativamente più bassi in base alla distanza dall'equatore: 35,95 ng/mL nel sud della Cina, 29,06 ng/mL nella Cina centrale e 24,44 ng/mL nel nord del paese (p<0,001).   “La luce solare è un determinante fondamentale dello status vitaminico D, in ragione della produzione rilevante della vitamina mediante fotoattivazione cutanea – scrivono i ricercatori nel commentare il dato ottenuto – I risultati ottenuti, pertanto, sono probabilmente da ascrivere, soprattutto, alla differenti possibilità di esposizione solare riscontrabili alle diverse latitudini del paese”.   Ma anche la generica sembra avere un ruolo importante nel risultato ottenuto: i ricercatori, infatti, hanno anche osservato livelli significantivamente inferiori di 25(OH)D nei pazienti con genotipo AA rispetto a quelli con genotipi AC o CC con riferimento ai polimorfismi GC rs7041,rs4588 e rs2282679 individuati a livello della proteina legante la vitamina D.   Analisi ulteriori, infine, hanno mostrato che l'appartenenza al sesso maschile (OR = 2,312; IC95% =1,411-3,787), l'esecuzione di test per lo stato vitaminico D durante la stagione invernale e quella primaverile (OR = 1,536; IC95%= 1,07-2,221), la residenza nelle aree settentrionali della Cina rispetto a quelle centrali (OR = 0,454; IC95%= 0,288-0,715) o meridionali del paese (OR = 0,164; IC95%= 0,98-0,276) erano dei fattori di rischio indipendenze della condizione di deficit di vitamina D.   Tra le variabili identificate e associate alla risposta virologica vi erano i livelli di vitamina D pari o superiori a 30 ng/mL (OR = 0,458; IC95%= 0,207-0,682), quelli di alanina aminotransferasi (OR = 1,161; IC95%= 1,049-1,285), la carica virale (OR = 0,413; IC95%= 0,31-0,551), i livelli di HBsAg (OR = 0,409; IC95%= 0,287-0,583) e il ricorso al trattamento con telbivudina più adefovir vs. telbivudina da sola (OR = 0,435; IC95%= 0,295-0,642).   In conclusione, i risultati di questo studio hanno sottolineato il ruolo dei fattori geografici e genetici nella comprensione dei meccanismi alla base della regolazione dello status vitaminico D e mostrato come i livelli basali di vitamina D possano predire la risposta virologica al trattamento contro il virus HBV (ma non la sieroconversione HbeAg o la normalizzazione dei livelli di alanina transferasi.   Di conseguenza, questi risultati preliminari promettenti suggeriscono l'opportunità di continuare gli studi sugli effetti immunomodulatori della vitamina D e sulle interazioni con il virus HBV.   Bibliografia
Yu R et al. Association of baseline vitamin D level with genetic determinants and virologic response in patients with chronic hepatitis B. Yu R, et al. Hepatol Res. 2017;doi:10.1111/hepr.12972.
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