Vitamina D e disturbi dello spettro autistico (ASD): primi risultati incoraggianti



Sono stati pubblicati sulla rivista Journal of Child Psychology and Psychiatry, organo ufficiale dell’ACAMH (The Association for child and adolescent mental health) i risultati di un piccolo trial randomizzato che dimostrerebbero, per la prima volta, un possibile effetto benefico della supplementazione di vitamina D3 sui disturbi dello spettro autistico ASD.

I risultati sono assolutamente preliminari, condotti in un numero ridotto di pazienti e necessitano delle dovute conferme provenienti da trial randomizzati meglio dimensionati, ma sembrano avvalorare l’esistenza di un rapporto di causalità tra la condizione di insufficienza vitaminica D e l’ASD, già documentata in studi presenti in letteratura.

Razionale dello studio
Come è noto, i disturbi dello spettro autistico (ASD) si caratterizzano per la presenza di deficit pervasivi a livello dell’interazione sociale, per alterazioni della comunicazione verbale e non verbale e per la presenza di interessi ed attività stereotipate.

Questa sindrome esordisce, di solito, prima dei 3 anni e presenta un’eziologia complessa ed eterogenea, comprendendo tanto fattori genetici quanto fattori ambientali.

Allo stato attuale, non esistono, purtroppo, trattamenti risolutivi per questa condizione, e le uniche misure di controllo sono quelle dell’educazione, delle cure di supporto e della gestione del comportamento.

Per quanto le terapie farmacologiche forniscano un valore aggiunto alla terapia comportamentale, queste non hanno effetti significativi nel migliorare i sintomi chiave dell’autismo.

La vitamina D ha un ruolo importante nell’omeostasi cerebrale, nei meccanismi legati al neurosviluppo e all’invecchiamento; inoltre gioca un ruolo significativo nella regolazione genica.

E’ stato documentato infatti, ricordano gli autori nell’introduzione al lavoro, che la vitamina D si lega a più di 2.700 geni e ne regola l’espressione in più di 200.

Non solo: è stato anche suggerito che la vitamina D si comporta da steroide neuroattivo, influenzando la differenziazione neuronale, la connettività degli assoni nonché la struttura e la funzione cerebrale.

Inoltre, il deficit di vitamina D nel corso della gravidanza è legato ad alcuni eventi avversi a carico del feto, quali la restrizione della crescita intrauterina e l’incremento del rischio di autismo.

La presenza di numerosi dati presenti in letteratura sull’associazione tra il rischio di ASD e lo stato carenziale di vitamina D ha sollecitato la messa a punto di questo trial randomizzato di intervento, finalizzato a verificare l’ipotesi di un effetto della supplementazione vitaminica sulla riduzione di intensità della sintomatologia associata ad ASD in bambini autistici.

Disegno dello studio e risultati principali
Centonove bambini affetti da ASD (85 di sesso maschile e 24 di sesso femminile, aventi un’età compresa tra 3 e 10 anni) sono stati randomizzati a supplementazione di vitamina D3 o a placebo per 4 mesi. I ricercatori hanno misurato sia i livelli iniziali che finali di 25(OH)D nel sangue all’inizio e alla fine del trattamento assegnato.

La severità della condizione autistica e la maturità sociale sono state misurate attraverso alcuni strumenti validati quali la scala CARS (the Childhood Autism Rating Scale), la lista ABC (Aberrant Behaviour Checklist), la scala SRS (Social Responsiveness Scale) e la lista ATEC (the Autism Treatment Evaluation Checklist).

I risultati hanno dimostrato che la supplementazione era ben tollerata nei bambini con ASD sottoposti a questo trattamento. La dose giornaliera utilizzata nel gruppo sottoposto a trattamento attivo era di 300 UI di vitamina D3/kg/die, non superiore, comunque, a 5.000 UI/die.

La sintomatologia autistica, inoltre è migliorata in modo significativo nel gruppo sottoposto a supplementazione vitaminica, a differenza del gruppo placebo. I miglioramenti si sono osservati su tutte le misure di outcome previste dallo studio (CARS, ABC, SRS e ATEC).

Riassumendo
Lo studio in questione è il primo trial clinico randomizzato ad aver dimostrato l’efficacia della supplementazione di vitamina D3 in pazienti con ASD.

Stando a questi risultati, pertanto, la supplementazione vitaminica D per os sarebbe in grado di migliorare, in modo sicuro, i segni e i sintomi di ASD, e potrebbe essere raccomandata nei bambini con ASD.

Occorre ricordare che lo studio appena pubblicato è un singolo trial clinico randomizzato, condotto su un numero assai ridotto di pazienti.

Di qui la necessità di attendere conferme da trial clinici ben dimensionati dal punto di vista della numerosità del campione, nonché da studi che analizzino le possibili correlazioni tra la risposta clinica della vitamina D e le variazioni biochimiche osservate nei piccoli pazienti affetti da ASD.

Bibliografia
Saad K et al. Randomized controlled trial of vitamin D supplementation in children with autism spectrum disorder. Journal of Child Psychology and Psychiatry (2016), epub ahead-of-print
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