Vitamina D e benefici sulla salute respiratoria: nuove conferme



Un nuovo studio pubblicato su Respirology ha ribadito l’esistenza di un’associazione tra i livelli di vitamina D e la funzione/salute respiratoria, documentando come un processo aggiuntivo potrebbe guidare alcune patologie come la BPCO.

Razionale dello studio
Come è già noto da tempo in letteratura, livelli anomali di questa vitamina sono stati associati ad alcune patologie respiratorie (asma in primis) e a riduzione della funzione polmonare.

Immunomodulazione ed effetti sulla struttura polmonare sono alcuni dei principali meccanismi proposti che sottenderebbero gli effetti sopra citati.
Tuttavia, restano ancora da definire i contorni precisi di questa relazione, soprattutto con riferimento al ruolo dei diversi fattori confondenti.

Disegno dello studio
Partendo dall’osservazione di una prevalenza della condizione di deficit vitaminico D nei pazienti con BPCO, pur in assenza di evidenze di un legame tra questa condizione e il declino della funzione polmonare o della mortalità, gli autori del nuovo studio hanno determinato i livelli sierici di vitamina D in 5.106 individui nati tra il 1946 e il 1964 (i cosiddetti baby-boomer), reclutati nello studio australiano Busselton Healthy Ageing Study, al fine di studiarne la loro associazione con la sintomatologia respiratoria, la malattia e la funzione polmonare.

Di questi, 4.212 erano stati sottoposti ad esame spirometrico e 2.669 a studi sul sonno.

La sintomatologia respiratoria è stata valutata mediante questionario ed includeva il riscontro di respiro sibilante, dispnea, tensione toracica, tosse e produzione di catarro.

Risultati principali
I risultati hanno mostrato che livelli ridotti di vitamina D correlavano con alcune malattie respiratorie (bronchiti e asma) e con sintomatologia includente respiro sibilante e tensione toracica.

Non solo: anche una cattiva funzione polmonare – misurata mediante FVC o quantità totale di aria esalata dopo un respiro profondo – era assocata a bassi livelli di vitamina D.

A suffragare ulteriormente il ruolo chiave dei livelli vitaminici D nel mantenimento della salute respiratoria, livelli elevati di vitamina D sono risultati associati ad una migliore funzione polmonare, anche dopo aggiustamento dei dati per fattori noti per influenzarne i livelli sierici, come l’obesità, le fluttuazioni stagionali e la presenza di altre patologie croniche.

Limiti e implicazioni future dello studio
“I risultati di questo studio – argomentano i ricercatori – abbinati a quelli ottenuti in studi recenti che hanno analizzato gli outcome legati all’asma e l’impiego di supplementazioni di vitamina D, rafforzano l’esistenza di una relazione meccanicistica tra il deficit vitaminico D e le malattie respiratorie”.

Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno sottolineato come, ancora oggi, non sia chiaro, però, se il deficit vitaminico D contribuisca all’insorgenza di BPCO, asma o bronchite o se, piuttosto, l’osservazione di bassi livelli vitaminici derivi da queste malattie o dal loro trattamento.
A tal riguardo, i ricercatori hanno ricordato che “…è attualmente in corso uno studio di follow-up sulla stessa coorte di partecipanti allo studio, che permetterà di studiare longitudinalmente gli effetti della vitamina D e la sua relazione con lo sviluppo di malattie respiratorie – e sintomatologia associata – come pure con altri outcome di salute associati con l’invecchiamento”.

Inoltre, verranno utilizzati campioni di materiale genetico, prelevati dalla stessa coorte di individui, per valutare i fattori genetici che influenzano i livelli di vitamina D e la loro relazione con la funzione polmonare e con alcune condizioni respiratorie comuni, come asma, BPCO e bronchite”.


Bibliografia

Mulrennan S et al. Vitamin D and respiratory health in the Busselton Healthy Ageing Study. Respirology 2018; e-pub ahead-of-print
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