Pubblicato venerdì 04 maggio 2018
I bambini con deficit vitaminico D presentano un rischio maggiore di andare incontro a fratture di avambraccio più severe, che necessitano di trattamento chirurgico.
Questi i risultati di uno studio presentato nel corso dell’edizione annuale del congresso AAOS (the American Academy of Orthopaedic Surgeons) che si è tenuto il mese scorso negli USA.
Lo studio presentato al Congresso è il primo ad aver mostrato l’esistenza di un legame importante tra i livelli ridotti di vitamina D e la severità delle fratture in età pediatrica causate da eventi a bassa traumaticità ed energia, come le cadute dalla bici o durante attività podistica.
Come è noto, le fratture in età pediatrica sono un evento molto comune: stando ad alcune stime, un ragazzo su due e il 40% delle ragazze sperimenta almeno un evento fratturativo prima della maggiore età.
Quelle dell’avambraccio sono le più comuni, rendendo conto di una frattura su 4 nella popolazione pediatrica USA.
“Ad essere comuni in età pediatrica non sono, però, solo le fratture all’avambraccio, ma anche il deficit e l’insufficienza vitaminica D – hanno spiegato gli autori nella presentazione del loro lavoro”.
“La conoscenza dell’impatto negativo del deficit vitaminico D sul bilancio del calcio, la densità minerale ossea e la qualità dell’osso – continuano i ricercatori – rende conto del perchè i pazienti siano maggiormente suscettibili alle fratture pauci-traumatiche e della maggiore severità di queste allorchè si manifestano”.
Nello studio in questione sono stati reclutati 100 individui pediatrici con frattura all’avambraccio pauci-traumatica, di età compresa tra 3 e 15 anni, in prevalenza di sesso maschile (65%). Ciascuno di questi ha compilato un questionario focalizzato sui fattori di rischio di deficit vitaminico D.
Al reclutamento nello studio, le concentrazioni di 25(OH)D erano pari a 27,5 + 8.3 ng/ml.
Le fratture sono state poi classificate in base alla necessità di ricorrere ad una gestione operatoria o meno.
Su questi presupposti di partenza, i ricercatori hanno valutato lo status vitaminico D mediante misurazione delle concentrazioni ematiche di 25(OH)D ottenute in corrispondenza della visita clinica, mettendole a confronto in base all’outcome chirurgico.
I risultati principali sono stati i seguenti:
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno sottolineato come “…lo studio dia dei messaggi molto importanti tanto ai genitori quanto ai pediatri. Se un bambino/ragazzo, infatti, ha una frattura all’avambraccio, sarebbe buona norma incoraggiare il medico ad effettuare su di lui un test per la valutazione dei livelli vitaminici D”.
“La buona notizia – concludono – è che, nella maggior parte dei casi, i soggetti a rischio di frattura possono sopperire al deficit vitaminico D mediante la supplementazione vitaminica e l’aumento delle ore passate all’aria aperta”.
Bibliografia
Hosseinzadeh P. et al. Vitamin D Deficiency is Associated with Increased Need for Operative Treatment of Forearm Fractures in Children. AAOS 2018
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