Vitamina D riduce il dolore nei pazienti con fibromialgia



Nei pazienti che soffrono di fibromialgia e che presentano un deficit di vitamina D, la supplementazione di quest’ultima può ridurre il dolore associato alla malattia e potrebbe essere un’alternativa costo-efficace o un trattamento aggiuntivo alle terapie oggi disponibili. Lo dimostrano i risultati di uno studio pubblicato su Pain.

Oltre a dolore e fatigue, le persone che soffrono di fibromialgia possono presentare disturbi del sonno, rigidità mattutina, riduzione della capacità di concentrazione e, in alcuni casi, ansia e depressione. La malattia ha un impatto importante sulla qualità della vita dei pazienti, che spesso si traduce nella perdita del lavoro e nell’allontanamento dalla vita sociale.

Attualmente non esistono terapie in grado di contrastare tutti questi sintomi, ma alcuni di questi possono essere alleviati da una terapia fisica, cognitivo comportamentale, da alcuni farmaci come amitriptilina, duloxetina o pregabalin e dalla terapia multimodale.

Il calcifediolo (25-idrossicolecalciferolo) è un pre-ormone prodotto a livello epatico dall’enzima colecalciferolo (vitamina D3). Il calcifediolo è convertito in calcitriolo (1,25(OH)2D3), la forma attiva della vitamina D. La concentrazione ematica di calcifediolo è considerata il miglior indicatore dello status della vitamina D.

I ricercatori hanno ipotizzato che la supplementazione di vitamina D potesse ridurre il dolore nei pazienti con fibromialgia con livelli ridotti di calcifediolo. Inoltre, sempre secondo gli esperti, la somministrazione di vitamina D potrebbe migliorare anche altri sintomi della malattia.

Livelli ridotti di calcifediolo nel sangue sono frequenti nei soggetti con fibromialgia. Ma i dati a favore della supplementazione della vitamina D per la riduzione dei sintomi della malattia non sono ancora chiari.

Florian Wepner e colleghi dell’Ospedale Ortopedico di Vienna hanno condotto uno studio su 30 donne con fibromialgia con livelli di calcifediolo <32 ng/ml, per valutare l’efficacia della supplementazione della vitamina nel ridurre il dolore e migliorare altri sintomi della malattia. Le partecipanti sono state randomizzate a ricevere supplementi di vitamina D (colecalciferolo) per via orale o placebo.

L’obiettivo, nel gruppo assegnato al trattamento attivo per un periodo di 20 settimane era il raggiungimento di livelli di calcifediolo tra 32 e 48 ng/ml. I livelli di calcifediolo sono stati rivalutati dopo 5 e 13 settimane e la dose è stata modificata in base ai risultati ottenuti. I livelli di calcifediolo sono stati misurati anche dopo 25 settimane dall’inizio della terapia e dopo 24 settimane dalla fine della supplementazione.

Ventiquattro settimane dopo il trattamento è stata osservata una marcata riduzione del livello del dolore nei pazienti assegnati a ricevere la vitamina D. Inoltre, nelle prime 25 settimane di trattamento le pazienti hanno mostrato un miglioramento della funzione fisica, rispetto alle donne trattate con placebo. Le pazienti trattate con vitamina D hanno ottenuto risultati migliori nella valutazione della fatigue mattutina valutata con il Fibromalgia Impact Questionnaire (FIQ). Nello studio, non sono stati osservati cambiamenti nella depressione e nei sintomi d’ansia.

In base a questi risultati, gli esperti consigliano di misurare i livelli di vitamina D nei pazienti con fibromialgia, soprattutto nella stagione invernale, e ne consigliano la supplementazione nei soggetti con deficit della stessa.

“Effects of vitamin D on patients with fibromyalgia syndrome: A randomized placebo-controlled trial,” by Florian Wepner; Raphael Scheuer; Birgit Wieser; Peter Machacek; Elisabeth Pieler-Bruha; Heide S Cross; Julia Hahne; Martin Friedrich (DOI: http://dx.doi.org/10.1016/j.pain.2013.10.002). PAIN, Volume 155, Issue 2 (February 2014)

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