Pubblicato domenica 15 maggio 2016
Nonostante non siano state documentate correlazioni dirette significative tra i livelli di vitamina D e i profili sierici delle citochine, i risultati di uno studio recentemente pubblicato sulla rivista online Journal of Inflammation Research hanno individuato l’esistenza di una possibile relazione tra questi fattori dopo che i partecipanti allo studio sono stratificati in base ai livelli di proteina reattiva C (CRP).
Ciò suggerisce, pertanto, l’esistenza di un ruolo potenziale della vitamina D nel mantenimento di un ambiente anti-infiammatorio ostile allo sviluppo di malattie reumatologiche, nelle quali la componente infiammatoria è molto importante.
Razionale dello studio
E’ormai acclarato come l’importanza biologica della vitamina D vada ben oltre il suo ruolo classico nel metabolismo osseo ed è noto come alcune pubblicazioni recenti abbiano enfatizzato il ruolo della vitamina D nel funzionamento del sistema immunitario.
Le citochine sono molecole di trasduzione di segnali biochimici che sono essenziali per l’allestimento e la modulazione di tutte le risposte immunitarie. Le citochine sono presenti in circolo a concentrazioni picomolari e la loro espressione può innalzare fino, almeno, a 1000 volte la risposta immunitaria a diversi insulti, quali l’infiammazione. Mentre è noto che un gruppo di queste citochine sono predominanti nelle situazioni infiammatorie (citochine pro-infiammatore), altre, invece, sono deputate a ridurre il quadro infiammatorio e a promuovere i processi di guarigione (citochine anti-infiammatorie).
“Le evidenze provenienti da alcuni studi – spiegano gli autori nell’introduzione al lavoro – suffragano un ruolo potenziale della vitamina D nel migliorare il bilancio di espressione citochinica a favore delle citochine anti-infiammatorie. Entrando nello specifico, studi in vitro e in vivo hanno mostrato come la vitamina D favorisca la produzione di alcune citochine anti-infiammatorie (TGF-beta e IL-4) e riduca, invece, la sintesi di citochine pro-infiammatorie (IL-6, IFN-gamma, IL-2, TNF-a) molto ben rappresentate nelle malattie reumatiche”.
Non solo: ”La vitamina D – continuano gli autori – sembra avere un ruolo essenziale anche nelle normali funzioni macrofagiche, mentre una condizione di insufficienza vitaminica, al contrario, si associa ad alterazioni della chemiotassi, della fagocitosi e a stimolazione della sintesi di recettori monocitari “toll-like”, noti per essere induttori di processi infiammatori”.
“Dal punto di vista clinico – ricordano i ricercatori – il deficit vitaminico è risultato associato ad alcune malattue infiammatorie autoimmuni quali la sclerosi multipla, il diabete tipo 1 e l’artrite reumatoide (AR), mentre alcuni studi hanno mostrato come la supplementazione vitaminica abbia migliorato i profili citochinici in pazienti affetti da malattie croniche quali lo scompenso cardiaco, l’AR e l’osteoporosi e suggerito un ruolo protettivo della vitamina D nel ridurre la probabilità d’insorgenza di AR o di alcune malattie infettive”.
Obiettivo del nuovo studio, pertanto, è stato quello di approfondire le conoscenze atte a documentare l’esistenza di possibili correlazioni tra i livelli di vitamina D e i marker sierici di infiammazione di donne adulte in buone condizioni di salute.
Risultati dello studio
I ricercatori hanno effettuato prelievi ematici in 118 donne adulte in buone condizioni di salute e misurato i livelli sierici di vitamina D, CRP (marker indicatore generale dello stato di infiammazione), citochine pro-infiammatorie (IL-1β, IL-6, IL-8, IL-17, IFN-γ e TNF-α) e anti-infiammatorie (IL-4, IL-10 e IL-13).
Per quanto i risultati non abbiamo dimostrato l’esistenza di correlazioni significative tra i livelli sierici di vitamina D e quelli di CRP o tra quelli di vitamina D e di alcune citochine, i ricercatori hanno dimostrato che i livelli sierici di CRP correlavano in modo statisticamente significativo con la citochina pro-infiammatoria IL-8. Rispetto alle partecipanti allo studio con bassi livelli di CRP, le donne con livelli più elevati di questo marker infiammatorio generale mostravano livelli mediani di IL-1beta (altra citochina pro-infiammatoria) più elevati.
Le partecipanti allo studio con livelli non deficitari di vitamina D e bassi livelli di CRP (gruppo NL) mostravano livelli significativamente più elevati della citochina anti-infiammatoria IL-4, mentre le donne con livelli deficitari di vitamina D e livelli elevati di CRP (gruppo DH) presentavano livelli significativamente più bassi di IL-1beta (citochina pro-infiammatoria).
Lo studio ha documentato anche livelli mediani significativamente più elevati di IL-8 (citochina pro-infiammatoria) nel gruppo DH rispetto alle partecipanti allo studio con livelli deficitari di vitamina D e bassi livelli di CRP (gruppo DL) come pure livelli più elevati di TNF-alfa (citochina pro-infiammatoria) nel gruppo DH rispetto al gruppo NL.
Traendo le conclusioni da questa analisi, i ricercatori, calcolando il rapporto citochine anti-infiammatorie/citochine pro-infiammatorie, hanno osservato che i pazienti con bassi livelli di CRP presentano un bilancio citochinico a favore delle citochine anti-infiammatorie, mentre in quelli con livelli elevati di CRP il bilancio è a favore delle citochine pro-infiammatorie.
Inoltre, è stato osservato come i rapporti citochinici più sbilanciati a favore delle citochine anti-infiammatorie siano stati documentati nei pazienti con bassi livelli di CRP e con livelli non deficitari di vitamina D.
Riassumendo
Mentre lo studio non è stato in grado di documentare l’esistenza di correlazioni dirette significative tra la vitamina D e i profili sierici delle citochine stufiate (pro- e anti-infiammatorie), la stratificazione dei soggetti studiati in base ai livelli di CRP ha palesato l’esistenza di una possibile correlazione tra questi fattori.
“Dal momento che le citochine rappresentano dei mediatori critici nella risposta immunitaria, sono necessari nuovi studi che facciano luce sulla relazione tra i livelli di vitamina D e delle varie citochine, come pure sulla possibile azione immunimodulatoria della vitamina D sul sistema immunitario – scrivono gli autori”.
“Tali studi, inoltre – concludono – dovrebbero includere sia soggetti sani che affetti da patologie”.
Nicola Casella
Bibliografia
Azizieh F et al. Association between levels of vitamin D and inflammatory markers in healthy women. Journal of Inflammation Research 2016:9 51–57
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