Vitamina D in gravidanza e nei neonati utile per raggiungere i livelli raccomandati nei bambini



La supplementazione di vitamina D nelle donne in gravidanza e nei neonati aumenta la percentuale di bambini che raggiungono i livelli di vitamina D raccomandati dall’Institute of Medicine (IOM) (?20 ng/ml). E’ quanto emerso da uno studio pubblicato sulla rivista Pediatrics.
Nello studio, i ricercatori hanno randomizzato 260 donne incinte a ricevere, dalla ventisettesima settimana di gravidanza fino al parto e, successivamente, i loro figli dalla nascita all’età di 6 mesi, placebo (n=87) o due diverse dosi di vitamina D3 (1000 IU nelle mamme e 400 IU nei figli (n=87) e 2000 IU e 800 IU (n=86).

La concentrazione di 25(OH)D e di calcio sono state misurate a 36 settimane di gravidanza, nel sangue del cordone ombelicale, e nei bambini a 2, 4 e 6 mesi d’età.
Il 54% delle donne trattate con placebo aveva livelli di 25(OH)D basali ? 20 ng/mL, rispetto al 64% delle donne trattate con 1000 IU e al 55% delle donne assegnate a ricevere 2000 IU.
A 36 settimane di gravidanza, la percentuale di donne con livelli di vitamina D ? 20 ng/mL era pari al 91% nello donne assegnate a 1000 IU e all’89% nelle donne assegnate a 2000 IU, rispetto al 50% delle donne assegnate al placebo (P<0,001).
I risultati erano simili quando la vitamina D era misurata nel sangue del cordone ombelicale (22%, 72% e 71%, P<0,001, rispettivamente con placebo, la dose inferiore e quella superiore di vitamina D).

All’età di due mesi, il 50% dei bambini assegnati al placebo, l’82% dei bambini assegnati a 400 IU e il 92% dei bambini assegnati a 800 IU di vitamina D ha raggiunto livelli di vitamina D uguali o superiori a 20 ng/ml (P<0,001).

All’età di 4 mesi, il 66% dei bambini assegnati al placebo, l’87% dei bambini assegnati a 400 IU e il 87% dei bambini assegnati a 800 IU di vitamina D ha raggiunto i livelli raccomandati di vitamina D (P=0,004).

A sei mesi, il 74% dei bambini assegnati al placebo, l’82% dei bambini assegnati a 400 IU e il 89% dei bambini assegnati a 800 IU ha raggiunto livelli di vitamina D uguali o superiori a 20 ng/ml (P<0,001). La differenza era significativa solo per il placebo e per la dose più elevata di vitamina D (P=0,03).

Nessun partecipante ha presentato ipercalcemia. Due bambini, all’età di due mesi, hanno presentato livelli sierici di vitamina D pari o superiori a 100 ng/ml.
Questi dati dimostrano che la supplementazione di 1000/400 IU o di 2000/800 IU di vitamina D, rispettivamente durante la gravidanza e nei nascituri durante i primi sei mesi di vita, aumenta la percentuale di bambini che raggiungono i livelli raccomandati di 25(OH)D ? 20 ng/mL.
Come spiegano gli autori, l’obiettivo di raggiungere i livelli raccomandati di vitamina D nei bambini durante i primi mesi di vita può essere perseguito attraverso la supplementazione di vitamina D nelle madri durante la gravidanza e con una compliance elevata con regimi di dosaggio giornalieri.
Inoltre, per mantenere i livelli raccomandati di vitamina D nei bambini è necessario aggiustare la dose da supplementare per far fronte alla rapida crescita che si verifica durante l’infanzia. Infine, la misurazione dei livelli di vitamina D durante la gravidanza risulta necessaria per far fronte alla variabilità osservata durante la gestazione.

Cameron C. Grant et al., Vitamin D During Pregnancy and Infancy and Infant Serum 25-Hydroxyvitamin D Concentration, Pediatrics peds.2013-2602; published ahead of print December 16, 2013, doi:10.1542/peds.2013-2602

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