Come avviene la sintesi cutanea di vitamina D?



L’80% del fabbisogno di vitamina D è garantito dall’ irradiazione solare in quanto il contenuto di vitamina D nei comuni alimenti è scarso.
La sintesi della vitamina D3 si verifica nei cheratinociti: infatti la vitamina D3 (colecalciferolo) deriva dal suo precursore 7-deidrocolesterolo il quale è disponibile in grandi quantità sia nella cute dell’uomo sia in quella degli animali.

Il 7-deidrossicolesterolo viene convertito in previtamina D3 dall’azione della luce solare (radiazioni ultraviolette [UV] a lunghezza d’onda compresa tra 290 e 315 nm). E’ necessario un minimo di energia radiante per cm2 di cute affinché la reazione possa avvenire.

La quantità di provitamina D3 formata è correlata in maniera esponenziale alla quantità di UV.
La provitamina D3 si converte spontaneamente in vitamina D3 (colecalciferolo) in circa 3 giorni.

I fattori che limitano la sintesi cutanea di vitamina D sono molteplici. Vediamone qui un piccolo elenco:
1. L’inquinamento atmosferico. (Il biossido di zolfo, uno dei principali componenti dell’inquinamento atmosferico, assorbe la radiazione ultravioletta)
2. L’indossare indumenti protettivi
3. Il fototipo naturale della pelle
4. L’età. (Le persone di 70 anni producono quattro volte meno vitamina D di un uomo più giovane, in quanto la quantità prodotta dipende anche dallo spessore della pelle e quella degli anziani è più sottile)
5. L’indice di massa corporea o BMI. (A parità di esposizione solare nelle persone obese circola meno vitamina D perché essa tende ad essere immagazzinata nel tessuto adiposo)
6. L’uso di creme protettive. (L’uso di un fattore di protezione 15 potrebbe ridurre del 99% la produzione di vitamina D)
7. I vetri. (Il vetro assorbe tutte le radiazioni UVB: chi passa le giornate dietro a una finestra non avrà alcun effetto sulla sintesi di vitamina D)